Come affrontare le difficoltà della vita

Una giovane donna in difficoltà, stanca e afflitta per le molte avversità della sua vita, decise un giorno di interpellare il padre per ricevere da lui qualche saggio consiglio che le fosse di conforto e sostegno.
La donna si sentiva sfinita e priva delle energie necessarie per affrontare i numerosi problemi che la stavano tormentando.
I suoi occhi ormai da tempo erano velati da preoccupazioni di ogni tipo, e la sua mente ed il suo spirito restavano incapaci di reagire con la necessaria tenacia e determinazione.
Suo padre, uno stimato chef, la accolse nella cucina in cui si approssimava a lavorare per adempiere alle attività della giornata.
Intento ad ascoltare i racconti della figlia, d’un tratto estrasse dai cassetti 3 pentole poco voluminose che depose sui fuochi ricolme d’acqua.
La ragazza prese a raccontare tra lacrime e singhiozzi, tanto le vicende personali animavano e commuovevano di rinnovato dispiacere il suo cuore.
Malgrado le urgenti afflizioni della figlia, lo chef tuttavia non smise per un attimo di adoperarsi ai fuochi e quando notò che l’acqua precedentemente preparata cominciava a bollire, tuffò nella prima pentola una carota, un uovo nella seconda pentola, e una manciata di chicchi macinati di caffè nell’ultima restante.
A quel punto si sedette osservando tacitamente la cottura dei tre alimenti.
La donna invece, attonita per il comportamento apparentemente distaccato del padre, asciugò le lacrime e prese ad osservarlo con grande stupore e stordimento domandandosi la ragione di tutta quella apparente indifferenza.
Passarono alcuni silenziosi minuti, al termine dei quali lo chef si rialzò e spense i tre fuochi.
Quindi infilò la carota con una forchetta e la depose su un piattino.
Scolò l’uovo e lo mise su un secondo piatto.
Infine filtrò il caffè e versò l’acqua in una tazza da cui se ne poteva apprezzare l’aroma intenso.
A quel punto, si girò verso la figlia e osservandola con amore le disse: “Cara, ti ho offerto tempo per calmarti e mostrarti ora anche dell’altro.
Per favore, osserva quanto ho preparato e scegli: carota, uovo o caffè?”.
La ragazza non capiva il senso della messinscena, e chiese al padre cosa intendesse significare con la sua domanda.
“Dimmi cosa vedi” le chiese il padre in risposta.
“Semplicemente una carota, un uovo e del caffè”, aggiunse la donna incuriosita.
“Bene, ora avvicinati e dimmi qual’è la loro consistenza”.
E la figlia constatò che la carota era così morbida e friabile da rompersi e risultare malleabile al tocco della forchetta.
L’uovo era così sodo che nemmeno cadendo si sarebbe più potuto disfare.
I chicchi di caffè si erano invece sciolti nell’acqua ed erano divenuti una bevanda gustosa ed apprezzabile.
Umilmente domandò: “Che cosa significa tutto questo?”.
“Figlia mia, come hai potuto osservare con i tuoi stessi occhi, ciascuno di questi tre cibi è entrato in contatto con l’avversità di un elemento a loro ostile ed imprevisto: l’acqua bollente…della vita.
La carota, da forte e dura qual’era, ora è completamente indebolita e si sfalda alla minima pressione.
L’uovo, un tempo fragile e internamente succoso, si è indurito ed ora il guscio sottile racchiude un interno solidificato e rappreso.
Il caffè invece, il caffè ha reagito diversamente perché è stato l’unico ad agire direttamente sull’acqua trasformandola, e per il tramite dell’acqua bollente (l’avversità) è divenuto esso stesso un infuso unico e di pregio.
Ora sta a te comprendere, e decidere: come scegli di affrontare le avversità della tua vita?
Opponendoti ad esse, fino a rischiare di restarne schiacciata ed indebolita?
Oppure consentendo alle difficoltà di permeare e stravolgere il cuore morbido dei tuoi affetti e del tuo animo, così da indurirli ed alienarli in modo ormai irrimediabile?
O ancora, vuoi servirti delle difficoltà per esprimere la parte migliore di te stessa, per sviluppare ed allenare la tua forza, i tuoi talenti e le tue potenzialità, smettendo di restarne vittima quanto piuttosto vincendo sia su te stessa che sulla vita intera?”.

SORELLE…

Sorelle... Donna anziana e giovane

SORELLE…

In un giorno molto caldo una giovane donna sposata andò in visita a casa di sua madre e, insieme, si sedettero su un sofà a bere the ghiacciato.
Mentre parlavano della vita, del matrimonio, delle responsabilità e degli obblighi dell’età adulta la madre pensosa fece tintinnare i suoi cubetti di ghiaccio nel bicchiere e lanciò un’occhiata serena e intensa alla figlia: “Non dimenticare le tue Sorelle!” raccomandò, facendo turbinare le sue foglie di the sul fondo di vetro “Esse saranno sempre più importanti man mano che invecchierai. Non importa quanto amerai tuo marito, né quanto amerai i bambini che potrai avere: avrai sempre bisogno di Sorelle. Ricordati di viaggiare con loro ogni tanto: ricordati di fare delle cose con loro… ricordati che ‘Sorelle’ significa tutte le donne… le tue amiche, le tue figlie, e tutte le altre donne che ti saranno vicine. Tu avrai bisogno di altre donne, le donne ne hanno sempre bisogno.”
“Ma che strano consiglio!” pensò la giovane donna “Non mi sono appena sposata? Non sono appena entrata nel mondo del matrimonio? Adesso sono una donna sposata, per fortuna! Sono adulta! Sicuramente mio marito e la famiglia cui stiamo dando inizio saranno tutto ciò di cui ho bisogno per realizzarmi!”
Ma la giovane donna ascoltò sua madre e mantenne contatti con altre donne ed ebbe sempre più ‘sorelle’ ogni anno che passava.
Un anno dopo l’altro venne gradualmente a capire che sua madre sapeva molto bene di cosa stava parlando: stava parlando di come, mentre il tempo e la natura operano i loro cambiamenti e i loro misteri sulla vita di una donna, le sorelle sono il suo sostegno.
Dopo più di cinquanta anni vissuti in questo mondo, questo è tutto ciò che ha imparato, è tutto qui:
Il tempo passa.
La vita avviene.
Le distanze separano.
I bambini crescono.
I lavori vanno e vengono.
L’amore scolorisce o svanisce.
Gli uomini non fanno ciò che speriamo.
I cuori si spezzano.
I genitori muoiono.
I colleghi dimenticano i favori.
Le carriere finiscono.
Ma… le Sorelle sono là!
Non importa quanto tempo e quante miglia ci siano fra voi.
Un’amica non è mai così lontana da non poter essere raggiunta Quando dovrai camminare per quella valle solitaria – e dovrai camminare da sola – le donne della tua vita saranno sull’orlo della valle, incoraggiandoti, pregando per te, tenendo per te, intervenendo a tuo favore ed attendendoti con le braccia aperte all’estremità della valle.
A volte, infrangeranno persino le regole e cammineranno al tuo fianco.
O entreranno e ti strapperanno da lì.
Amiche, figlie, nuore, sorelle, cognate, madri, nonne, zie, nipoti, cugine e famiglia estesa, tutte benedicono la tua vita!
Il mondo non sarebbe lo stesso senza donne.
Quando abbiamo cominciato questa avventura denominata femminilità non avevamo idea delle gioie o dei dispiaceri incredibili che avremmo avuto davanti.
Né sapevamo quanto avremmo avuto bisogno le une delle altre.
Ogni giorno, ne abbiamo ancora bisogno.

 

DIO E’ DONNA

DIOUn giorno, nel giardino dell’Eden, Eva disse a Dio…
“Signore, ho un problema”
“Che problema, Eva?”
“Signore, so che mi hai creata e che hai provveduto per questo giardino bellissimo, e per tutti questi meravigliosi animali, e quell’allegro e buffo serpente… ma io non mi sento davvero felice”
“Come mai, Eva?” fu l’immediata replica dall’alto.
“Signore, mi sento sola. E sono proprio stufa delle mele…
“Bene Eva, in questo caso ho una soluzione. Creerò un uomo per te”
“Che cos’e un ‘uomo’, Signore?”
“Questo ‘uomo’ sarà una creatura difettosa, con molti aspetti negativi.
Mentirà, ti prenderà in giro e sarà vanaglorioso, in pratica ti darà un sacco di problemi.
Sarà più grande di te e più veloce, e amerà cacciare e uccidere.
Avrà uno sguardo scioccamente curioso, ma visto che ti stai lamentando, lo creerò in modo che possa soddisfare le tue, ehm…necessità fisiche.
Sarà scarso di intelletto e si impegnerà in occupazioni infantili come la lotta o prendere a calci una palla.
Non sarà molto sveglio ed avrà spesso bisogno dei tuoi consigli per pensare correttamente” .
“Sembra una cosa divertente!” commentò Eva ammiccando ironicamente.
Dove sta la fregatura?”
“Beh… lo puoi avere ad una condizione…”
“Quale?”
“Come ti ho detto, sarà orgoglioso, arrogante e autocompiacente…perciò dovrai fargli credere che e stato creato lui per primo…però ricorda… è il nostro segreto… da Donna a donna!”…

Le ragazze sono come le mele sugli alberi

Le ragazze sono come le mele sugli alberi.
Le migliori sono sulla cima dell’albero.
Gli uomini non vogliono arrivare alle migliori, perché
hanno paura di cadere e ferirsi.
In cambio, prendono le mele marce che sono cadute
a terra, e che, pur non essendo così buone,
sono facili da raggiungere.
Perciò le mele che stanno sulla cima dell’albero, pensano
che qualcosa non vada in loro, mentre in realtà
“Esse sono grandiose”.
Semplicemente devono essere pazienti e aspettare che l’uomo giusto arrivi, colui che sia
cosi coraggioso da arrampicarsi fino alla cima dell’albero per esse.
Non dobbiamo cadere per essere raggiunte, chi avrà
bisogno di noi e ci ama farà
di tutto per raggiungerci.
La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per
essere calpestata, né dalla testa per essere superiore.
Ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere
protetta e accanto al cuore per essere amata.

PIETANZA A BASE DI PESCE PALLA

pesce palla

Un noto scrittore di viaggi fu invitato a cena a casa di una famiglia benestante giapponese.
Il padrone di casa aveva invitato numerosi ospiti, preannunciando di avere qualcosa d’importante da condividere con loro.
Una delle pietanze sarebbe stata a base di pesce palla, considerato una prelibatezza in Giappone, anche perché questo pesce è mortalmente velenoso, a meno che il veleno non sia asportato da uno  chef molto esperto.
Era un grande onore essere invitati a gustare yuella prelibatezza.
Lo scrittore, che era l’ospite d’onore, attese la pietanza con grande curiosità e ne assaporò ogni boccone.
Effettivamente non aveva mai assaggiato niente di così gustoso.
Il padrone di casa gli chiese che cosa ne pensasse di quell’esperienza.
L’ospite descrisse in toni estatici il gusto squisito del pesce che aveva appena assaporato.
Non dovette esagerare, perché era davvero sublime, tra i cibi migliori che avesse mai assaggiato.
Soltanto allora il padrone di casa gli rivelò che il pesce che aveva mangiato era di una varietà comune.
Un altro ospite aveva mangiato il pesce palla, senza saperlo.
La “cosa importante”, scoprì l’autore, non era quanto fosse buona una rara e costosa prelibatezza, ma quanto potesse essere meraviglioso il cibo ordinario, se prestava attenzione a ogni boccone.

L’ASINO E IL CONTADINO

L'asino e il contadino

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne.
L’asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi.
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l’animale dal pozzo.
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l’asino.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo.
L’asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide.
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra.
In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.
La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.
Principalmente se sarai dentro un pozzo.
Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.

IL RICCO E IL POVERO

 

spazzaturaUn giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero, l’uomo povero gli sorrise e se ne andò con il cesto, lo svuotò e lo lavò, e poi lo riempì
di fiori bellissimi, ritornò dall’uomo ricco e glielo diede.
L’uomo ricco si stupì e gli disse: “Perchè mi hai dato fiori bellissimi se io ti ho dato spazzatura?”.
E l’uomo povero disse: “Ogni persona dà ciò che ha nel cuore”.

LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA di Paulo Coelho

Le cose che ho imparato nella vitaEcco alcune  delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo  bisognerà che tu la perdoni.
Che  ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e gli ambienti hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza  richiede molta pratica.
Che ci sono persone  che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che, a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
Che solo perchè qualcuno  non  ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire ad un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno.
Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma aspettando che lo ripari.
Forse Dio vuole  che incontriamo un pò di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie di amico è quel tipo con cui puoi stare  seduto in un portico e camminare insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la migliore conversazione mai
avuta.
E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli e un giorno per amarlo, ma ci vuole  una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno  che ti faccia sorridere, perchè ci vuole solo un sorriso per far sembrare brilante una giornataccia.
Trova quello che fa ridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca cosi tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che  ti va, và dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perchè hai solo una vita e una possibilità per fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza a sufficienza da renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri.
Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone  non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
L’amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un tè.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato; non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

ORME SULLA SABBIA

Orme sulla sabbia

Margaret Fishback Powers (70 anni) è l’autrice della poesia “Orme sulla sabbia”, scritta di getto in un momento di felicità.
La poesia ed il libro – Orme sulla sabbia – (Footprints) sono stati letti da milioni di lettori e tradotti in tutte le lingue.
Per molto tempo si è pensato che la poesia – Ho fatto un sogno – nota come «Orme nella sabbia», fosse stata composta da un anonimo brasiliano.
In realtà, è opera della scrittrice canadese, che la compose nel 1964 a Echo Lake Youth Camp, in Kingston (Ontario).

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.
Ho domandato, allora:
“Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?”.
Ed il Signore rispose:
“Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo:
i giorni in cui tu hai visto solo un’orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”.

MALDICENZA

piume2

“Un uomo andava in giro per il villaggio raccontando bugie ingiuriose sul conto del suo maestro.
Un giorno, sentendosi in colpa, andò dal maestro e lo pregò di perdonarlo, dicendogli che avrebbe fatto qualsiasi tipo di ammenda che questi gli avesse assegnato.
Il rabbino disse all’uomo: “Prendi un cuscino di piume, taglialo, aprilo e disperdi le piume al vento”.
L’uomo fece come gli aveva ordinato il rabbino. Poi tornò da lui e riferì che aveva obbedito al suo invito.
Il rabbino disse: “Devi fare ancora una cosa: ora raccogli le piume e rimettile nel cuscino”.
L’uomo a questo punto capì che non c’era ammenda per il danno che le sue parole avevano provocato, proprio come era ormai impossibile raccogliere le piume disperse al vento”

Fonte: “Per conoscere l’ebraismo” di Daniel Taub